È la capacità di rendersi conto dell'attenzione
di Dio verso la sua creatura.
Dio è "attento" a tutte le sue creature, che esse lo
sappiano o no.
Ogni essere infatti è parte di Lui, ha in Lui le
radici del proprio esistere.
Quando un individuo diviene cosciente di questa cura nei suoi confronti e sente il desiderio di rispondervi,
la vita stessa assume un altro valore e si sente
preso per mano. È un sentire che non può essere tenuto per sé: poiché ciò che
si riceve dev'essere dato, diventa inevitabile rivolgere il
proprio sguardo sugli altri.
Da questo stato d'animo scaturisce l'abbondanza: se sei consapevole della presenza di Dio in te e attorno a te, non può
mancarti nulla.
Aladiah
è un "pensiero divino" messo a disposizione dei nati dal
6 all'11 maggio circa, i quali - secondo la Tradizione - ricevono questi doni:
Grande generosità;
capacità di concedersi e di condividere.
Consapevolezza dell'abbondanza presente nella propria vita e
nell'universo.
Facilità di riconciliazione.
Concretezza e determinazione.
Il dono
è un'inclinazione, una tendenza, e può essere accettato o non preso
nemmeno in considerazione.
Naturalmente è raro sviluppare tutte le tendenze portate
dai nostri tre Angeli di nascita: saranno il carattere, l'ambiente e le vicissitudini
della vita a scegliere con noi. Ma attraverso il dono, l'angelo dà
anche se stesso.
Nell'antichità
Aladiah veniva invocato con questo versetto:
"Signore,
sia su di noi la tua grazia,
perché in te speriamo"